martedì 30 giugno 2009

Misure anti-crisi: razzolare nella monnezza

Al calare della notte ed al sorgere del sole, il bidone dell'immondizia è continuamente visitato da improvvisi rovistatori speranzosi di trovarci qualcosa di utile.
Le persone dai balconi assistono attonite a queste scene, probablimente senza domandarsi, perchè tutto ciò accade. Inizialmente molti pensavano che chi era alla ricerca di qualcosa nella spazzatura fosse solitamente un Rom, ed il solo fatto di appartenere a quest'etnia, in Italia, si sa, è indice di sporcizia, assurdità e criminalità. Ma da un bel pò di tempo a questa parte, incrociando gli sguardi di chi, suo malgrado, rovista nella mondezza, ci si accorge che proprio i Rom stavolta c'entrano poco o niente.
A frugare nel pattume, ci sono immigrati e italiani con lavoro precario, madri di famiglia che non hanno più occupazione, padri che lavorano solo occasionalmente. Gente che ha avuto un passato dignitoso e che ora, alla stregua dei matti, deve camminare a testa bassa per la vergogna di essere riconosciuta.
Sarà la recessione, il tasso di disoccupazione che impenna, l'inflazione? A me non interessa. Mi interessa sapere che un essere umano, per colpà di un'inevitabile disuguaglianza della società, deve mortificarsi per sopravvivere.
E le Social Card? Ma come, quei fondi perduti offerti dal governo per le classi meno agiate, non sono servite ad evitare tutto questo?
Possibile che l'unica misura seria contro la crisi economica sia, e lo è, la liberalizzazione (sempre maggiore) del gioco d'azzardo? Ora, il poveraccio, potrà addirittura giocarsi il resto al supermercato, si, proprio alle casse! Si è data, con l'ultimo Decreto Legge sull'Abruzzo (avete letto bene: sull'Abruzzo), la possibilità ai supermercati di proporre, alcuni giochi d'azzardo all'uscita, dove la gente potra impegnare il resto ricevuto dalla spesa.
E i milioni di posti di lavoro che ci prometton da 3 governi a questa parte? Io non li ho visti. Anzi, ascolto sempre più persone che mi parlano del loro periodo in cassa integrazione. E' un periodo orribile, chi lo racconta non è mai tranquillo, soffre d'ansia, perchè teme che prima o poi dovrà fare le valige ed emigrare, chissà dove, ma l'importante è scappare.

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