lunedì 13 luglio 2009

Per chi, come e perchè fare informazione?

Non me la sento di attacare Travaglio perchè è filo-israeliano, tanto meno me la sento di farlo perchè è rimasto sul carro dei vincitori, come spesso lo accusa Barnard, a gioire e cantare gli inni del antisistema. I vari Travaglio&Co, hanno sicuramente spronato tante persone che di politica, affari sporchi e magagne varie non immaginavano nemmeno l'esistenza. Quando qualcuno, stavolta non mi riferisco a Barnard, li chiama "cazzoni" sostenendo che il dissenso si manifesta in piazza, con i movimenti e tra la gente, si, forse ha ragione, forse (anzi sicuramente) Travaglio, Corrias, Gomez, Santoro e gli altri, non hanno nemmeno idea cosa voglia dire risolvere i problemi di un disoccupato, di un cassaintegrato o di una famiglia che non arriva a fine mese. Ma possiamo accusarli per questo? Si può dire che sono inutili? Sembra un pò, il caso della tanto odiata - io ormai l'ho spenta - televisione. Anche se ormai è diventata un mezzo di incredibile futilità e condizionamento di quanto più futile risiede nell'essere umano, anni fa, quando approdò in Italia, non si può non riconoscere che ebbe a riunire in un'unica lingua migliaia di dialetti. C'è quindi da presagire che il gruppo dei paladini dell'informazione farà la stessa fine del tubo catodico? Si, se continueranno a parlare da soli, senza alcun contraddittorio. No, se invece, voci come quella di Barnard, Alessandra Colla (consiglio il suo Blog: alessandracolla.net) e tanti altri esistenti e che germoglieranno, verranno ascoltate e considerate. L'ho già scritto e lo ribadisco: non può e non deve esistere un monopolio dell'informazione.
Ma mi viene da domandare e da domandarmi: non sarà un pò settario e segregante da parte dei movimenti schierarsi contro qualsiasi informazione che non si interessi alle piccole realtà?
Le piccole realtà sono le basi delle grandi realtà, è da lì che prende forma tutto. Non si può considerare la città prescindendo dai quartieri o la regione prescindendo dalle città. Sin qui, nulla di nuovo. Ma la critica di una grande realtà, come può essere uno Stato, un capo del governo, un Parlamento nazionale o un mafioso, è comunuqe necessaria e porta i suoi frutti. Non tutti hanno il tempo di fare politica attivamente, non tutti possono permettersi il lusso di passare ore, giorni e settimane a fare "movimento". Parlo delle commesse, delle cassiere, degli spazzini, dei precari, dei muratori, dei falegnami, dei pasticcieri, dei pizzaioli, dei camerieri, dei meccanici e potrei citarli all'infinito perchè sono loro la maggioranza, quella che spesso, ahimè, viene plagiata ai desiderata del potente di turno. Se si allargò il voto a tutti di sicuro non lo si fece per carità tanto meno per giustizia sociale, ma perchè i tanti sapevano meno dei pochi, quindi erano più facili da condizionare.
Quando apriremo le porte e permetteremo a tutti (dico, ribadisco ed urlo: tutti) di ascoltare e non più origliare quello che riguarda la mia, la loro e la nostra vita?

Diego Ruggiano

Nessun commento:

Posta un commento