“Cari
concittadini, quando vedete questi disservizi della ACEGAS, che gli diamo 38
milioni all’anno, telefonatemi. Perché giusto, noi non siamo a Napoli”
Sono queste le
parole di Roberto Dipiazza, durante una sorta di video slogan dove esorta i
suoi concittadini a “telefonarlo” - ovviamente intendeva di contattare il
comune, ma ormai, con i fare populisti ai quali siamo abituati, non ci
meravigliamo più di niente – quando e se incontrano disservizi come quelli che
nel video si presentano come ammassi di sacchetti della spazzatura sparsi per
strada.
L’ignoranza, i
luoghi comuni, la discriminazione, lo sappiamo, esistono e non ci spaventa né ci
scandalizzano più di tanto. Non è questo il punto della mia analisi.
Il fatto è che
proprio dal nord-est Italia, pare siano arrivate le prime scorie da smaltire
nel sottosuolo campano. Quelle che poi hanno fatto degenerare la situazione
nella crisi dei rifiuti nota a tutto il globo, terminata nel 2011. 5 anni fa!
Il mio accenno
alla provenienza dei rifiuti che hanno ingombrato, stuprato e mortificato il
sottosuolo napoletano, casertano e laziale, non viene però da studi fatti da me. Anzi, ammetto di non essere un esperto dell'argomento.
Uno dei primi
che ha denunciato questa tragedia ambientale, dove la Campania è stata
letteralmente umiliata, è stato colui il quale con un solo post sui social
network riuscirebbe a raggiungere più di 3 milioni di persone e con un
intervento in tivvù o sui giornali, probabilmente ne raggiungerebbe il triplo.
Costui
potrebbe pronunciarsi e per una volta spiegare a signori come Roberto
Dipiazza, che la Napoli verso la quale sputa veleno, è stata inginocchiata dalla
spazzatura che le aziende del suo territorio non volevano smaltire legalmente
perché costava troppo.
Quanto desidererei
fargli una domanda: Roberto, per curiosità, senza neanche rubare troppo al tuo tempo,
perché non fai un copia e incolla di quello che scrivesti anni fa, così da far
capire a quest’omuncolo che il suo “non siamo a Napoli” ha una ragione
economica, gestita dal malaffare di qualche gruppo di mafiosi che
inquina la nostra terra più di ogni altra spazzatura?
Ma questo è
solo un mio sogno. Come è un sogno che Roberto Saviano intervenga sull’argomento,
illuminando i nostri concittadini italiani che Napoli ha avuto le strade piene di immondizia e
molti la ricordano ancora in quello stato, perché per l’ennesima volta, pochi
arroganti e beceri camorristi, hanno riempito le proprie tasche, a discapito di un popolo che spesso è abbandonato dalle istituzioni.
Diego Ruggiano
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