venerdì 9 dicembre 2016

Roberto contro Roberto. Povera Napoli


“Cari concittadini, quando vedete questi disservizi della ACEGAS, che gli diamo 38 milioni all’anno, telefonatemi. Perché giusto, noi non siamo a Napoli”

Sono queste le parole di Roberto Dipiazza, durante una sorta di video slogan dove esorta i suoi concittadini a “telefonarlo” - ovviamente intendeva di contattare il comune, ma ormai, con i fare populisti ai quali siamo abituati, non ci meravigliamo più di niente – quando e se incontrano disservizi come quelli che nel video si presentano come ammassi di sacchetti della spazzatura sparsi per strada.


L’ignoranza, i luoghi comuni, la discriminazione, lo sappiamo, esistono e non ci spaventa né ci scandalizzano più di tanto. Non è questo il punto della mia analisi.

Il fatto è che proprio dal nord-est Italia, pare siano arrivate le prime scorie da smaltire nel sottosuolo campano. Quelle che poi hanno fatto degenerare la situazione nella crisi dei rifiuti nota a tutto il globo, terminata nel 2011. 5 anni fa!

Il mio accenno alla provenienza dei rifiuti che hanno ingombrato, stuprato e mortificato il sottosuolo napoletano, casertano e laziale, non viene però da studi fatti da me. Anzi, ammetto di non essere un esperto dell'argomento.

 Uno dei primi che ha denunciato questa tragedia ambientale, dove la Campania è stata letteralmente umiliata, è stato colui il quale con un solo post sui social network riuscirebbe a raggiungere più di 3 milioni di persone e con un intervento in tivvù o sui giornali, probabilmente ne raggiungerebbe il triplo.

Costui potrebbe pronunciarsi e per una volta spiegare a signori come Roberto Dipiazza, che la Napoli verso la quale sputa veleno, è stata inginocchiata dalla spazzatura che le aziende del suo territorio non volevano smaltire legalmente perché costava troppo.

Ma queste cose, mi ripeto, non le sto scoprendo io. Queste cose le ha denunciate nel celebre best seller “Gomorra”, nientepopodimeno Roberto Saviano.

Quanto desidererei fargli una domanda: Roberto, per curiosità, senza neanche rubare troppo al tuo tempo, perché non fai un copia e incolla di quello che scrivesti anni fa, così da far capire a quest’omuncolo che il suo “non siamo a Napoli” ha una ragione economica, gestita dal malaffare di qualche gruppo di mafiosi che inquina la nostra terra più di ogni altra spazzatura?

Perché per una volta, non prendi la situazione in mano e dimostri che le mafie, ascoltando le parole di quest’uomo e di chi come lui, non fanno altro che gonfiarsi e che invece le sgonfierebbero le accuse e le dita puntate contro. Mi spiego meglio, se Dipiazza volesse fare retromarcia, potrebbe serenamente dire “forza, difendiamoci dalle mafie…”. Ma gli ritornerebbe difficile, perché le istituzioni scendono quotidianamente a patti con il malaffare. Non solo a Napoli. Non solo in Italia.


Ma questo è solo un mio sogno. Come è un sogno che Roberto Saviano intervenga sull’argomento, illuminando i nostri concittadini italiani che Napoli ha avuto le strade piene di immondizia e molti la ricordano ancora in quello stato, perché per l’ennesima volta, pochi arroganti e beceri camorristi, hanno riempito le proprie tasche, a discapito di un popolo che spesso è abbandonato dalle istituzioni.

Diego Ruggiano

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