lunedì 5 dicembre 2016

Nun ve reggae più



Inizio a bere il mio cappuccino e ripenso alla serata di ieri sera.


L’attesa dei risultati referendari che avrebbero decretato l’ennesima caduta di un governo italiano.


Quasi il 70% degli aventi diritto di voto hanno espresso il loro parere.


Il NO ha stravinto. 59.1% a 40.9%. Fine della storia. Tutti a casa.


Il cappuccino si fredda. Farei meglio a berlo in fretta e ad alzare il sederino dalla sedia per iniziare a dare un senso a questo lunedì.


MI viene in mente una canzone, la cambio leggermente – come ultimamente sono solito fare – e inizio a canticchiare nella mia testa “nun VE reggae più”.


Rino Gaetano, nel 1978, ci aveva visto piuttosto lungo.


 


Io proprio non reggo, dopo una partita di calcio e dopo i soldi spesi dalla FIFA per lo spot contro il razzismo, che Lulic se ne esca con la storia dei calzini venduti a Stoccarda da Rudiger. Non me la sento di fare il perbenista nei confronti dell’argomento “razzismo”. Penso sia insito in ogni singolo essere umano, fa parte, ahimè, del gioco della vita. Non esisterà mai un mondo senza il timore e a volte il disprezzo del diverso. Ma porca vacca Lulic, ma hai mai sentito parlare di responsabilità? Guadagnare tanti soldi perché lo sport che pratichi è ben pagato dagli sponsor ed ha tanta rilevanza mediatica, vuol dire anche sentire il peso delle azioni che compi e delle parole che ti escono dalla bocca. Ce lo ricordiamo Superman? “Grandi poteri, grandi responsabilità”. Il potere mediatico non è una cavolata. A quel microfono, in quella intervista, per non mettere in modalità ON il tuo cervello, hai buttato nel water anni e anni di lavoro che le istituzioni hanno provato a fare nella formazione dei valori morali delle nuove leve.


 
Non reggo più neanche De Luca, che alla stregua del calciatore della Lazio, nel periodo di campagna referendaria, se ne uscì con un gloriosissimo “Impresentabile? Bindi infame, da uccidere”.
In un paese civile, un’affermazione del genere da parte di un uomo che rappresenta lo stato, non sarebbe passata come scandalo solo sui rotocalchi. Anzi, ho come la sensazione che sarebbe finita direttamente in aula di tribunale. Perché di offese alle persone se ne fanno tante, i linguaggi diventano sempre più coloriti, ma un uomo dello stato, che dovrebbe essere integerrimo, non può cadere così in basso in un dibattito politico. In questo caso nel Water sono stati buttati i cardini del buon senso e della civiltà politica occidentale. La costituzione, quel giorno, ha visto la sua più grande sconfitta, in quanto resta in un paese dove l’abc del fare politico ha perso la bussola.


 
Non reggo più neanche Marco Travaglio. Proprio non lo reggo più. 10 anni che lo seguo, mai che avesse fatto retromarcia su qualcosa. Dio a confronto è più autocritico. Il mentore del giustizialismo dall’Italia dei Valori ad oggi. (Qualcuno l’aveva dimenticata l’IDV vero?!?). Io non voglio entrare nel merito delle ragioni del Si o del No. Almeno non ancora. Ma il buon Marco che a qualche giorno dal voto fa l’elenco delle celebrità che avrebbero votato NO, annoverando tra questi cantanti, artisti e persone dello spettacolo – a memoria ricordo anche Ficarra e Picone – non mi fa capire altro che il cittadino non deve comprendere cosa la proposta dice, ma solo quale vento seguire.
Qualcuno mi potrà contraddire dicendo: “eh no, l’hanno spiegata e come”. Lo so, l’hanno spiegata, ma l’hanno fatto sempre o da un lato o dall’altro. Nessuno che si sia messo lì a fare un po’ di sana cultura costituzionalista e spiegare cos’è il TITOLO V, come vengono assorbite le leggi europee da un ordinamento, come vengono gestite alcune materie etc. etc.
Dubito fortemente che dopo questo referendum i quasi 33 milioni di votanti, sapranno come funziona l’approvazione di una legge, a chi è consentita la proposta, a chi l’analisi e a chi lo sviluppo. Beata ignoranza la nostra. Sia per la classe politica che per l’élite economica, che sa di poter contare su un popolo belante.


 


Non posso mica reggere la storia delle matite? Pare sia partita da Piero Pelù, il cantante. Dico “pare” perché mi sono rifiutato di approfondire. Anzi, non rifiutato, mi sono proprio vergognato. Questa delle matite è una breve storia che mischia ignoranza, diffidenza, dietrologia e giustizialismo gratuito. Tutte tendenze che vedevano i primi germi pascolare in seno all’ IDV (italia dei valori, di Di Pietro, di cui sopra) e hanno visto poi esplodere la loro forza batterica in una grande influenza virale, con il nome di………!
Che faccio ve lo dico? Così non mi salutate più? Ma si dai. Movimento 5 Stelle. Ma di questo magari ne parleremo un’altra volta. Pe rchi lo conosce, Federico Buffa docet “ma questa è un’altra storia”.


 


Ad ogni modo.


Questo referendum sulla costituzione è stato trasformato come spesso succede in Europa, in una gara a chi fa la pipì più lontano.
Nessuno ha fondato il suo argomentare politico sulla discussione tecnica. Si è votato per dare un dissenso al governo Renzi e per manifestare una volontà di cambiamento.
E fin qui mi può pure andar bene. Ha davvero un senso: vado alle urne perché chi propone questo cambiamento mi fa così tanto vomitare che con il mio voto voglio dirgli che non è legittimato a proporre un bel niente.
L’unico mio dubbio viene dal fatto che le forze del NO, sono tutti partiti politici che non si unirebbero in una coalizione di governo neanche sotto tortura. O quasi tutti.
Mentre quelle del SI, farebbero ed hanno fatto, anche patti col diavolo pur di governare. E partire da una base del 40%, non è proprio così malvagio.


Vuoi vedere che con questo referendum altro non hanno fatto che misurare la forza delle “ICS” in caso di elezioni?


 I miei sono solo dubbi. Perché la verità in questo paese,  si sa, ce l’hanno in tasca solo i vari Mentana, Travaglio, Saviano e opionionistotti vari.


Bene, è tutto. Anzi male. Il cappuccino è da buttare.

1 commento:

  1. “Grandi poteri, grandi responsabilità” è in Spiderman...

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