Sono qui a raccontare di una realtà che per molti, perché la vivono quotidianamente, è scontata, per alcuni, invece, potrebbe essere verosimile e per altri addirittura impossibile.
Racconterò della mia Napoli, la mia dannatamente bella città che, nel giro di pochi secondi può trasformarsi in un paradossale incubo. Quello che racconterò mi stava per accadere in passato, l’ho visto ieri sera con i miei occhi e mi viene raccontato da chi tutti i giorni frequenta il centro storico.
Passeggi per strada sorseggiando birra con gli amici, fumando una sigaretta con la tua ragazza, accompagnando delle amiche a prendere l’auto o chiacchierando con chicchessia ed all’improvviso vedi arrivare verso di te un gruppo di motorini, ad una velocità abbastanza elevata per chi percorre le strade di città. Su questi motorini ci sono coppie di ragazzi che, giusto per passare la serata, non vedono l’ora di darti qualche bello schiaffone. Eh si, proprio così, non vedono l’ora che tu, innervosito e quasi sempre in minoranza, reagisca. A quel punto, chissà, forse scendono ti pestano a sangue e vanno via. Tutto gratis. Nulla in cambio: non ti rapinano nemmeno.
Picchiarti è uno sfizio, devono divertirsi “annà parià”, si direbbe dalle mie parti.
Qualcuno taccerà queste persone di fascismo. Qualcun altro di essere dei criminali. Io, invece, non riesco a dare un giudizio, cosicché dico: “basito mi astengo”.
Provo rabbia e pena allo stesso tempo. Con la rabbia inviterei questi signori a fare a botte, uno contro uno, senza coltelli e senza nulla, due mani contro due mani. Almeno, se dobbiamo sfogare il nervosismo – un po’alla fight club – lo facciamo insieme ed alla pari. Ma data questa conclusione mi rispondo da solo che la violenza genera violenza, e non credo sia solo un luogo comune.
Provo invece pena quando penso che non hanno null’altro da fare; che se la prendono con i più deboli (sono gli universitari, i bravi ragazzi, che si aggirano per il centro storico la sera), con chi è in netta minoranza. Si rifugiano nella violenza per sfamare la monotonia, e credo, senza eccedere con la retorica, che la noia prodotta da questa società sia così eccessiva da dare queste indesiderate conseguenze. Tutto sommato è scritto sul “libretto illustrativo” del consumismo, alla voce “effetti indesiderati”. Consumiamo quotidianamente futili passatempi che riempiono le nostre giornate; finiti i soldi per acquistare questi passatempi bisogna trovarne degli altri a basso prezzo. Forse è proprio nella ricerca di questo economico hobby che prende forma l’idea di picchiare a gratis.
Oggi il discorso si limita alla mia dannatamente bella Napoli (e mi ripeto, lo so) ma domani potrebbero essere altre le città investite da questo buffo e tragico fenomeno della violenza gratis. Il problema, infatti, penso risieda in questa futile e consumistica società che volatilizza ogni tipo di valore e pone al centro degli interessi nient’altro che il divertimento. Quello più banale, quello che ti fa giusto passare il tempo, perché proprio non c’è altro da fare!
Diego Ruggiano
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