giovedì 8 ottobre 2009

Benvenuti a Ponte Galeria, tra gli immigrati reclusi.

Articolo pubblicato dal giornale online: www.inviatospeciale.com
Scritto da: Diego Ruggiano
RIPORTO QUI SOLO LA PRIMA PARTE DELL'ARTICOLO, IL RESTO LO SI TROVA CLICCANDO SUL LINK CHE RIPORTERò ALLA FINE DI QUESTO.


“A Ponte Galeria ti picchiano e ti fanno fare la fame”. E’ Sami a parlare, un rom di origine kosovara che, nel maggio 2009, è stato internato per 41 giorni nel Centro di Identificazione ed Espulsione (Cie) costruito in questa zona periferica a sud ovest di Roma.

Sami racconta volentieri la sua storia, mentre sorseggia la sua Redbull davanti la casa-baracca di suo zio, nel campo Casilino 900 (dalla parte opposta della città, a sud-est) dove adesso vive anche lui.

Descrive il Cie, dall’ingresso alla disposizione dei letti fino agli spazi delle celle. Tutto, proprio tutto. Probabilmente scruta sul viso di chi scrive l’incredulità dell’ascoltatore che sino a quel momento non aveva mai sentito quella versione dei fatti.

“Si entra, il perimetro è disseminato di uffici vari, al centro un corridoio che divide le due file di celle”, spiega disegnando sul terreno con un bastoncino da poco inumidito. “All’entrata, sulla destra, c’è la stanza dove ti danno gli indumenti”.

Sembra appassionato all’idea che qualcuno gli abbia domandato di qualcosa che lui ha vissuto direttamente. Quando gli si chiede come erano strutturate le celle sorride amareggiato e afferma: “Ci sono 8 letti, con dei materassi da fare schifo e dei cuscini di gomma piuma. Però non si dorme sempre in otto, a volte i letti ospitano anche 12-14 persone, gli altri dormono a terra con le coperte che ti danno”.

A quanto pare l’alloggio non è proprio il massimo, ma il vitto? “Ti fanno mangiare quasi tutti i giorni pasta in bianco”, ricorda con rancore, sfoderando contento i suoi nuovi documenti dalla borsa, il suo “lasciapassare” per non tornare mai più lì dentro. “Solo una volta a settimana danno una coscia di pollo con le patate”. “Risparmiano per rubarsi i soldi dei fondi europei”, accusa.

La realtà descritta da Sami è ben diversa da quella fornita da Simone Ragno, collaboratore del Garante dei Diritti dei Detenuti del Lazio.

Secondo Ragno, infatti, il più grande problema è la mancanza di attività ricreative che occupino la giornata dei detenuti. Dichiara: “La struttura non è idonea, sarebbe meglio il carcere, per il resto non ho mai ravvisato alcun segno di percosse sugli ospiti”.
[...]CONTIUNA CON LE DICHIARAZIONI DI UN CONSIGLIERE REGIONALE, ALTRE DICHIARAZIONI DISCORDANTI DI SAMI E IL GARANTE. CLICCA PER CONTINUARE...
http://www.inviatospeciale.com/2009/10/benvenuti-a-ponte-galeria-tra-gli-immigrati-reclusi/

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