Pubblicato dal mensile romano "la piazza" sul numero di settembre
Scritto da: Diego Ruggiano
In una zona a ridosso del I, del II e del III municipio, nel cuore di Roma, sottostante al monumento del bersagliere di Porta Pia, in situazioni precarie e degradanti , dimorano due persone: un transessuale italiano ed un marocchino, insieme al loro cane. I sottopassi della zona riguardano diversi municipi, solo quello del III municipio – verso Viale del Policlinico – è ancora abitato.
Una bizzarra realtà alberga proprio sotto gli occhi di tutti, eppure, l’ultimo dei tanti sgomberi effettuati dal Nucleo Assistenza Emarginati (NAE) della Polizia Municipale, è stato effettuato circa un anno fa. Una volta sgomberati infatti, “nemmeno ventiquattro ore e ci ritornano” dichiara una funzionaria della Municipale del terzo gruppo, quello che opera nel corrispondente Municipio.
In effetti li sgomberano e non li ricollocano in nessun posto. A quanto pare però, la loro presenza non è stata, da un anno a questa parte, mai denunciata all’ufficio competente del III Municipio, infatti, quando l’assessore alle politiche sociali Guido Capraro viene a conoscenza del fatto risponde “non ne sapevo nulla, è la prima volta che ne sento parlare – continuando – anche se pare che l’attuale giunta comunale si occupi soprattutto di questo”.
È proprio l’atteggiamento delle istituzioni che i due occupanti del sottopasso temono. Uno di loro, l’unico dei due a parlare italiano, mi spiega: “viviamo qui da tre anni, siamo rimasti solo io e lui (il magrebino) gli altri sono andati via”. Quando poi, cerco di capire come riescono a rimanere lì senza essere mandati via dalla Polizia, mi risponde: “il problema è la Polizia Municipale e l’Ama (l’azienda che si occupa della pulizia e dei rifiuti della città), sono loro che ogni tanto vengono a controllare la situazione”. Ciò nonostante, al terzo gruppo della municipale risulta che gli ultimi sgomberi sono stati fatti un anno fa.
La questione sicurezza e gestione degli spazi occupati abusivamente è stato un argomento molto trattato dall’attuale sindaco Alemanno, come ricordava l’assessore Capraro, non solo in campagna elettorale. Proprio agli inizi di settembre è apparso affisso per le strade della capitale un manifesto che metteva a conoscenza dei cittadini i progressi fatti dal comune in questo primo periodo di gestione: “Da 100 a 13 campi Rom”. Le collocazioni per i ventimila abitanti di etnia Rom, sono state ultimate, adesso bisognerà solo trasferirli. Mancano però dei piani di gestione per i senzatetto, pertanto ogni qualvolta viene eseguito uno sgombero non si sa mai dove collocare gli sgomberati.
Inutile dire che lì, nei sottopassaggi di Porta Pia, nessuno dovrebbe abitarci, tanto meno in quelle situazioni igienicamente precarie e indignitose; basti pensare che per cucinare della pasta, il fuoco per far bollire l’acqua viene acceso tra cartoni, materassi e mobili di fortuna con il pericolo di far divampare un incendio.
I due però passano inosservati, diverse persone del posto e le pattuglie di Polizia che stazionano dinanzi il Ministero delle Infrastrutture proprio lì di fronte, dicono che è da un po’che non si vede gente, eppure nel buio di quei loculi c’è chi nella sua invisibilità vive la propria quotidianità.
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