mercoledì 7 ottobre 2009

Il razzismo non viene dalla luna

“Biglietti prego” è così che solitamente esordisce un normale controllore di Trenitalia. Stamattina però, sul treno Roma - Pescara, delle 7.51, oltre a chiedere i biglietti, il 50enne controllore, dai capelli brizzolati, con jeans e giacca verde, quella aziendale, a chi con la propria 24 ore leggeva il giornale in giacca e cravatta, con un cenno della mano, il titolo di viaggio non l’ha nemmeno fatto mostrare. Chi invece, appena poco più avanti, aveva la sfortuna di essere del Bangladesh, nonostante l’avanzata età, doveva sentirsi dire “Me lo dai si o no sto biglietto? Dove devi andà?” e rispondeva “A Tivoli”, prontamente il buffo uomo con la giacca aziendale ed i jeans, adibito a controllare i biglietti su quel sudicio treno, urlava in modo che tutta la carrozza potesse sentire “E ti raccomando, scendi dove devi scendere. Non te ne stare che dormi e ti fai il viaggio fino a Pescara”.
Una storiella, nient’altro che una storiella. Adesso vi sarà chi prontamente punterà il dito contro le politiche razziste di Alemanno. Chi invece sosterrà che il Governo della xenofobia ormai ha condizionato gli animi, oppure chi addirittura si esalterà sostenendo che la fobia del diverso, da quando c’è Maroni al Viminale, sta facendo il suo exploit.
Chi invece come me, e sono solo un poveraccio che in treno al posto di dormire si mette a pensare, dice che l’essere umano non solo è fortemente condizionabile e suscettibile, nonché tendente a generalizzare sempre e comunque, ma anche che – rullo dei tamburi – ha di base sospetto, timore e paura di tutto quello che è diverso. Lo so, non sto dicendo nulla di nuovo. Non è assolutamente nuovo dire che immaginando che la Lega Nord non esistesse, quelli del sud sarebbero comunque stati antipatici a quelli del nord. La politica, è solo un banale teatrino che risponde falsamente a quello che la gente si vuole sentire rispondere. Se a Roma si stanno manifestando atti di razzismo, la colpa è di Alemanno? Si, nella misura in cui si argomenta che il Sindaco permetta alcuni atteggiamenti. Non lo sarebbe invece, se pensassimo che comunque questi atteggiamenti erano già latenti in alcuni Cittadini. Se poi qualcuno, come tanti fanno, vuole avanzare dietrologie, faccia pure, avrà sempre e comunque ragione perché nessuno potrà mai confutare. Tanto meno io, voglio mettermi a controbattere e perdere il tempo. Quindi eviterei la questione delle squadre fasciste al soldo di Alemanno, CasaPound pagata fior di quattrini per picchiare etc etc.
Il problema, ed è sempre un mio umile, piccolo, anzi minuscolo parere, siamo sempre e soltanto Noi. Quante volte abbiamo detto, seppur inconsciamente, la frase <>?. Pronti a puntare il dito verso gli altri, non rendendoci mai conto che mentre l’indice punta verso il petto dell’accusato, le altre tre dita puntano verso il proprio.
Certo, non sto assolutamente sostenendo che essere razzisti è normali, non voglio essere frainteso. Sto solamente dicendo che forse, il controllore di stamattina, non ne capiva un tubo di politica, e che non è minimamente influenzato dalle tendenze xenofobe che girano nella capitale, però, si sentiva comunque in diritto di urlare e dare del tu ad un uomo, come lui sulla 50ina, solo perché era benagalese.
Ci siamo trincerati dietro una concezione dettataci dalla narrativa del secondo dopoguerra che ci ha mostrato, l’occidentale come uomo democratico, civile e degno di rispetto, mentre il non occidentale, l’esatto contrario. Per quanto mi riguarda ognuno di noi può sbizzarrirsi a cercare l’effetto di questa terribile causa. Gli Usa, le lobby economiche, Berlusconi e il suo impero mass-mediatico, Gianni Agnelli, Sandokan e i suoi film, la guerra fredda, la NATO…bla bla bla.
Il problema, e scopro di nuovo l’acqua calda, è che chiunque abbia provocato questa forma mentis diffusa in larga scala, ha trovato un incredibile terreno fertile. Eh si, secondo quel poveraccio che in treno al posto di dormire si mette a pensare – sarei io, s’intende - siamo stati concimati.


Diego Ruggiano

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