Pubblicato da: wakeupnews.eu
Scritto da: Diego Ruggiano
Dopo le recenti storie che hanno visto coinvolti il Premier Berlusconi e il Governatore del Lazio Marrazzo con delle prostitute, come per magia, almeno nei bar e nelle sale d’attesa del nostro Paese è resuscitato l’argomento “Case chiuse”. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una continua legiferazione contro la prostituzione per strada. “Multe ai clienti”, “Sanzioni più salate” e “Lotta contro le lucciole”, questi e tanti altri i titoli dei giornali che sottolineavano l’enorme impegno dei comuni per la lotta contro le strade a luci rosse. Centinaia di testimonianze contro l’enorme trambusto delle lucciole e del via vai dei loro clienti che molestano i cittadini del posto, definiti dalle retoriche giornalistiche con l’aggettivo “normali”.
Ebbene si, i cittadini che non vanno con le prostitute sono ritenuti da quest’enorme velo di ipocrisia “normali”. Di contro, tutti i clienti delle lucciole non lo sono. Un’affermazione questa che potrebbe risultare vera se parlassimo di insignificanti cifre. Ci sono però da considerare alcuni dati: in Italia ci sono circa 70mila prostitute, immaginando che ognuna di loro ha almeno 6 clienti a sera, e lavora 6 giorni su 7, i clienti saranno sicuramente più di 2 milioni e mezzo a settimana. Cifre, quelle riguardanti ai clienti, che si possono solo ipotizzare, dal momento che, qualsivoglia statistica, potrà stimare l’offerta (il numero delle prostitute, s’intende), ma non la domanda (i clienti).
Il giro d’affari della prostituzione porta, nelle tasche delle mafie, circa 1 miliardo e 80 milioni di euro l’anno. Basti pensare che solo la droga, riesce ad ottenere maggiori guadagni. Se a tale offerta, corrisponde una così alta domanda, vuol dire che la grande parte delle fidanzate e delle mogli italiane ha al proprio fianco un partner che “va a puttane”. Com’è possibile, alla luce dei fatti, ritenere ancora scandaloso che esistano le prostitute? Ma soprattutto, come è possibile che non si trovino soluzioni al problema, se non quelle di sanzionare clienti e prostitute, per i “servizi” offerti?
Il fasullo perbenismo che entra in tutte le case italiane è ormai appurato. Ma il perché della non tolleranza di un commercio millenario come quello della prostituzione andrebbe ricercato nei saloni degli interessi collusi tra mafia e Vaticano. La mafia commercia e guadagna illecitamente, il Vaticano giustifica dal punto di vista morale l’intolleranza di quest’imponente industria. E la politica, ovvero i rappresentanti del potere dei cittadini, resta a guardare con le mani legate.
È questa la tesi, sicuramente vittima di alcune dietrologie, che la maggior parte degli italiani con un certo senso critico, propone per parlare dell’argomento. Eppure non basta. Troppo semplice puntare il dito contro i tre poteri più forti dello Stato: mafia, Vaticano e politica.
Come sempre infatti, nel puntare il dito indice verso il colpevole, tre dita puntano verso sé stessi. Trovare una donna che quando un uomo confessa di aver pagato per fare sesso, non ha reazioni di scandalo o indignazione è cosa rara se non impossibile. Ancora meno sono gli amici che confessano, dopo una piacevole serata passata a bere qualcosa, di andare da una prostituta prima di ritornare a casa.
In conclusione è doveroso citare le parole di una trans conosciuta durante un’intervista sul caso Marrazzo: “Ci criticano di giorno e ci amano di notte. Questo è un Paese di ipocrisie”.
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