Pubblicato da wakeupnews.eu
Scritto da Diego Ruggiano
Berlusconi è stato colpito al volto da un uomo che, mescolato tra la folla, è riuscito a centrarlo con uno dei tanti souvenir venduti al duomo.
Il Cavaliere adesso è in ospedale dopo aver riportato la frattura del setto nasale e la rottura di due denti.
Dal mondo politico italiano e internazionale, sono arrivate prontamente parole di solidarietà al Premier.
Sono queste le tre informazioni principali che tutti i quotidiani italiani hanno riportato questa mattina sulle loro prime pagine. Da Repubblica al Manifesto però è stato omesso un particolare che non appartiene alla triste storia di ieri sera, bensì a quanto questo paese stia andando a tentoni nel più totale degrado.
Nel giro di 6 mesi sono stati offerti al premier Berlusconi diverse opportunità di ‘gloria’, e quella di ieri sera altro non era che la ciliegina sulla torta. Un uomo apparso sulla scena politica 16 anni, nel più totale conflitto di interessi e tenendo all’oscuro la provenienza del denaro che alla fine degli anni ‘70 lo lanciò ai più alti vertici dell’imprenditoria italiana, ha visto l’opposizione politica e civile piantarsi su argomenti indimostrabili e spesso improbabili, ornati da storie di gossip e ciarpame vario. Dopo la storia di Noemi, che lo vedeva ‘accusato’ di pedofilia, e tutto uno show impalcato dalla ex moglie Veronica Lario, il presidente del Consiglio più ricco del mondo è stato attaccato anche da alcuni scandali che lo vedevano a letto con una squillo, la ormai famosa D’Addario.
Quest’inutile e inoperosa opposizione è sfociata poi ieri sera nella più bassa manifestazione umana del dissenso: la violenza.
Con quell’insulso gesto il signor Tartaglia – così si chiama il folle aggressore di Milano – rischia di aver cancellato, almeno nella coscienza degli italiani, il No B-day e il lavoro dei pochi oppositori politici seri che, in questi anni, comunque non sono riusciti a far perdere al leader del Pdl l’enorme consenso guadagnato con un savoir faire indiscusso.
Oltre che sull’imprenditoria nostrana infatti, l’ex leader di Forza Italia, ha sempre fondato il suo enorme potere sulla capacità di presa che ha nei confronti della stragrande maggioranza della popolazione italiana. Chi per estrazione sociale, economica o culturale, dovrebbe essere un suo oppositore, si è spesso trovato a votarlo ed inneggiarlo.
Il premier ‘clown’, che non a caso ha un passato da animatore di navi da crociera, ha fondato tutta la sua retorica politica sull’immagine di sé, la sua capacità di comunicare e l’incredibile arte di persuasione che gli appartiene. Da buon imprenditore qual è, riesce a muoversi senza troppi problemi tra gli affari e, come disse agli albori della sua carriera, il suo partito politico sarebbe stato un produttore di voti, quindi una fabbrica di consenso.
Il suo primo obbiettivo è stato il raggiungimento di fama e popolarità e, quando gli si domandava qualcosa a riguardo, ha spesso risposto: “Nel bene o nel male, l’importante è che si parli di me”. Sembra quindi essere riuscito nel suo intento anche in questi ultimi mesi. Infatti, oltre al martellante gossip, non vi è stata alcuna argomentazione valida a scalfire il suo governo. Nessuna opposizione è mai riuscita a portare alle interrogazioni parlamentari i dubbi e le accuse sul conflitto di interessi, collusioni con la mafia o scalate illecite come nel caso Mondadori. Solo un confuso e spesso imbelle Di Pietro, con il suo movimento Italia dei Valori, è riuscito a volte a portare al vaglia delle istituzioni l’anomalo ‘caso Berlusconi’.
Basti pensare che in due anni di governo Prodi, l’unico a muovere contro l’allora leader dell’opposizione (Berlusconi, appunto) è stato Marco Travaglio, un giornalista che grazie al ricco uomo di Arcore, è riuscito a vendere dozzine di libri e divenire una sorta di star dell’antiberlusconismo. Nemmeno in quella breve legislature infatti, si fece nulla per risolvere la tanto discussa questione del conflitto d’interessi.
Volendo provare ad abbozzare un finale a quest’ennesima telenovela tutta made in Italy, non possiamo che immaginare, dopo l’aggressione, il giustificato vittimismo e la solidarietà di tutto il mondo politico, oltre alla beatificazione con conseguente santificazione per martirio.
Per l’ennesima volta, sotto la scritta ‘the end’ è sempre lui a beneficiarne: “Il Berlusconismo, visse felice e contento”.
Nessun commento:
Posta un commento